Y.- Che ricordi hai di quell’avventura? Sei tornata a salirla?A.S.- Ho il miglior ricordo di tutte le spedizioni in Himalaya che ho fatto. Tornare a salirla? Perché?, non ci saranno nuovi muri da scoprire? (ride).
Y.- Di solito hai preferito finanziarti tu le spedizioni invece di cercare sponsor. Sembra che non vuoi essere molto mediatica... Perché hai questa filosofia?A.S.- Cerco di spiegare il giusto dell’attività che faccio, chi la vuole cercare la trova, non la nascondo, ma
non faccio conferenze stampa. L’attività che sto facendo ora mi riempie molto, anche se non è fuori dal comune né aggiunge nulla di nuovo all’alpinismo; quando sarà così, lo comunicherò a gran voce. Credo che bisogna essere onesti con se stessi, per lo stesso motivo penso che ci sia molta attività sponsorizzata che è ridondante e poco interessante e che alcuni cercano di venderci come all’avanguardia.
Credo che quello che facciamo la maggior parte degli alpinisti è godere di uno sport a livello molto personale, se abbiamo bisogno del pubblico per farlo, perde parte del suo senso.
Y.- Come si prepara una spedizione? Quante persone servono per formarla?
A.S.- Per i miei gusti e al momento, minimo due, massimo quattro. Si prepara con un computer e una carta di credito, possibilmente con fondi.
Y.- Di tutti gli sport di avventura che pratichi (ricordiamo che non sei solo un’esperta scalatrice, ma hai iniziato con la speleologia e pratichi anche BTT, snowboard, sci...) la montagna è la tua grande alleata. Cosa ci dici degli sport acquatici?
A.S.- A me l’acqua mettila ghiacciata e in posizione verticale, un paio di ramponi e piccozze, e poi ne parliamo (ride).
Y.- Sei l’esempio perfetto di donna del XXI secolo: non stai a casa, lotti per ciò che vuoi, ti sei fatta strada in un mondo a maggioranza maschile... Che consiglio daresti alle bambine o donne che hanno un sogno come l’alpinismo e non sanno come realizzarlo?
A.S.- Che non si facciano etichettare, che provino e se ciò che provano non piace o non riesce, che continuino a cercare e provare, troveranno il modo, si trova sempre.
Y.- Le spedizioni ti sono servite per crescere non solo a livello fisico ma anche per maturare come persona. Cosa devi alle montagne?
A.S.- Devo loro di essere lo strumento per equilibrare me stessa, la fonte della mia energia e ispirazione, il fulcro della mia vita.
Y.- Qual è il momento migliore e il peggiore che hai vissuto lassù?
A.S.- Il migliore è tornare al campo base, alla tenda o al rifugio, dopo aver fatto un’attività, grande o piccola, con le persone che ti vogliono bene, ti accettano e ti rispettano. Il peggiore è vedere l’egoismo, l’invidia e le cattive arti di alcune spedizioni.
Y.- Hai appena presentato il tuo ultimo racconto 
Y.- Con i tuoi racconti vuoi trasmettere valori come l’amore per la natura, l’interesse per altre culture, l’amicizia... Pensi che nel mondo in cui viviamo oggi questi valori si siano persi?
A.S.- No, per niente, conosco giovani che sorprendono per quanto chiare hanno le idee; ma che non si siano persi, non vuol dire che non si debba continuare a insegnarli, e io lo faccio attraverso il mezzo che conosco meglio,
gli sport all’aria aperta, i viaggi e l’illustrazione.
Y.- Com’è l’accoglienza dei bambini per le storie di Tina?
A.S.- Per ora è molto buona, Tina ha un sito web, www.tina.cat dove c’è anche una sezione per le foto dei bambini con i racconti, le magliette o qualsiasi cosa abbiano di Tina. Andiamo piano, non siamo ancora in TV... ma ci arriveremo.
Y.- Continui a combinare la tua faccia di alpinista e scrittrice con altre che non c’entrano nulla, come fare lavori come modella occasionale o tenere conferenze. In quale scenario ti senti più a tuo agio (senza contare la montagna, ovviamente)?
A.S.- In entrambi, mi diverto molto quando faccio una pubblicità, ma mi sento più soddisfatta quando tengo una conferenza, poter trasmettere un messaggio, un concetto in cui credi e che possa anche servire a chiarire idee o aiutare in un progetto, è molto gratificante. L’ideale è che una pubblicità serva a trasmettere un concetto, oltre a una semplice immagine.
Y.- Qual è il tuo prossimo progetto?
A.S.- Ice, Ice, baby (ride).