Nato a Gijón, Sergio López stava per diventare un calciatore, poiché questa era la sua vocazione fino a quando un infortunio ha troncato i suoi sogni. Ma grazie a un buon amico durante una vacanza a Maiorca, scoprì nei dettagli un hobby che in seguito avrebbe trasformato nella sua professione. Dopo quindici anni a lottare per catturare le prede migliori, è diventato Campione Nazionale.

Yumping.- Da piccolo ti vedevi come un calciatore e invece il tuo percorso ha preso un'altra direzione... Nientemeno che verso la pesca subacquea. Fu a Maiorca dove scopristi il tuo nuovo hobby che, forse senza volerlo, è diventato uno stile di vita per te. Ricordi la tua prima cattura?
Santi López.- Sì certo, era una barracuda di un paio di chili, catturata con un fucile piccolo e senza nylon nell'asta. Era la prima volta che vedevo un pesce così grande sott'acqua e non osai afferrarlo, quindi lo trascinai fino a riva.
Y.- Come hai deciso di fare questo passo?
S.L.- Fu a seguito di un infortunio alla schiena che richiedeva riabilitazione in acqua, mi trovai con una maschera, un boccaglio e un piccolo fucile e già dal primo giorno in cui entrai in acqua ne fui catturato.
Y.- Da quanto tempo ti dedichi alla pesca subacquea?
S.L.- Circa quindici anni, ho iniziato abbastanza tardi in questo sport d'avventura.
Y.- Attualmente sei Campione di Spagna per il terzo anno consecutivo, cosa rappresenta questo titolo per la tua carriera?
S.L.- A livello personale è una grande soddisfazione perché è il risultato di un lavoro ben fatto. E questo risultato mi permette di rimanere ai massimi livelli di questo sport e che la squadra nazionale continui a contare su di me.
Y.- Hai superato il tuo diretto competitore Ángel Cruz, com'è il tuo rapporto con lui?
S.L.- Il mio rapporto con Ángel è buono, abbiamo viaggiato insieme per qualche campionato internazionale con la squadra nazionale e lo faremo di nuovo ora per i mondiali. Non abbiamo molto contatto ma il rapporto è buono.
Y.- Cosa serve per essere un campione o almeno praticare questo sport?
S.L.- Molte ore in acqua, tanto lavoro e soprattutto tanta passione per il mare, perché è molto duro e richiede molti sacrifici. Ma è uno sport acquatico che consiglierei di provare perché non servono condizioni fisiche eccezionali.
Y.- In questo sport si combinano le immersioni con la pesca... con quale delle due ti identifichi di più?
S.L.- Con la pesca, soprattutto per la difficoltà perché i pesci non te la rendono facile, e devi arrivare a conoscerne il comportamento.

Y.- Quali sono le coste spagnole più adatte per praticare pesca subacquea?
S.L.- Tutte sono adatte, quello che succede è che in ognuna si pesca in modo diverso, a seconda della visibilità delle acque, della temperatura... Per esempio nel Mediterraneo l'acqua è più pulita e più calda, quindi si può pescare più in profondità; invece nel Cantabrico l'acqua è più fredda e abbastanza più sporca quindi bisogna pescare più vicino alla costa.
Y.- Come si vive la pesca subacquea in competizione?
S.L.- Con molta tensione, perché il livello in Spagna è altissimo, a livello mondiale siamo i numeri uno e per questo ci sono così tanti pescatori che hanno possibilità di disputare il titolo ogni anno.
Y.- Hai qualche idolo in questa pratica?
S.L.- Idolo in verità no, perché ho iniziato senza conoscere questo sport, ho imparato da solo, anche se arrivi ad ammirare per la loro carriera pescatori come Amengual, Pedro Carbonell, Pepe Viña... Ma quello che ho in questo sport sono amici lungo tutta la costa spagnola.
Y.- Il tuo prossimo obiettivo sono i mondiali, come ti preparerai?
S.L.- Andremo quasi un mese in Croazia con la squadra nazionale e lì lavorerò con due compagni, esplorando la zona; sarà molto duro perché il pesce scarseggia e trovare pesci di più di 500gr è un compito arduo. Ma andremo con strumenti e materiale sufficienti per cercare di raggiungere l'obiettivo sia a livello individuale che di squadra.

Y.- Com'è la tua giornata tipo?
S.L.- Di solito vado al mare 4-5 volte a settimana se il tempo lo permette e faccio sessioni di circa sei ore in acqua. Durante l'inverno quando ci sono molte tempeste che mi tengono inattivo per periodi più lunghi, mi sposto in altri posti della Spagna dove so che il mare mi permetterà di pescare, soprattutto verso il Mediterraneo.
Y.- Come ti vedi in futuro? Gareggiando, dando lezioni...?
S.L.- Penso che mi restano altri 3-4 anni di competizione al massimo, perché questa richiede molta dedizione e un livello molto alto. Non mi dispiacerebbe col tempo, più che dare lezioni, tenere conferenze, soprattutto sulla sicurezza in mare e sulla pesca in competizione.