Patricia Ortigueira -Patri per gli amici- ha 17 anni e molta esperienza come pilota di kart. Finora ha già assaggiato il mondo delle competizioni e ne è appassionata, ci troviamo forse di fronte a una futura promessa del karting?

Yumping.- Patricia, da quanto tempo ti dedichi al karting?
Patricia Ortigueira.- In verità, gareggio da appena 2 anni ma sono nel mondo del karting dal 2005, quindi sono già 6 anni che mi godo l'adrenalina di guidare un kart.


Presentazione del trofeo Valles Cup

Y.- Quando hai iniziato a gareggiare?
P.O.- La prima volta ho gareggiato nel 2005 in cadetti, ma ho fatto solo una gara... Poi nel 2008 ho partecipato al campionato valenciano in kf3 e da lì ho proseguito: nel 2009 ho fatto solo 2 gare e quest'anno l'intera Coppa Valles... Quindi non si può dire che abbia gareggiato ogni anno dal 2005.

 Y.- Hai grandi amici piloti o invece il mondo del karting è competitivo?
P.O.- Beh, in pista niente amicizie, ma fuori siamo sempre insieme. Anche se sono una ragazza, ho grandi amici piloti che mi sostengono moltissimo, anche se in pista tutti cerchiamo di vincere. Sinceramente, le mie migliori amiche sono una pilota e la sorella di un pilota, e con i ragazzi è lo stesso, quasi tutti sono piloti...

L'unico inconveniente è che li vedo spesso durante la stagione, ma quando finisce la maggior parte vive lontano e non possiamo stare sempre insieme. Però ogni volta che ho bisogno posso contare su di loro; non posso lamentarmi (ride). La verità è che il karting ti fa crescere come pilota ma anche come persona.

 Y.- Data la tua esperienza, avrai un allenatore di primo livello, vero?
P.O.- Sì, mio fratello è colui che mi aiuta e mi ha insegnato tutto quello che so, dato che anche lui corre ogni tanto. Inoltre, in alcune gare è stato il mio meccanico e credo che siano state le gare in cui sono stata più tranquilla e mi è andata meglio.

Y.- Chi ti ha motivato a dedicarti a questo?
P.O.- Mio padre è stato quello che mi ha detto di salire su un kart la prima volta; anche se a me non piaceva molto, l'ho fatto perché mio fratello correva e ho voluto provare. Non arrivavo bene al volante né ai pedali, così mio fratello mi ha messo un cuscino e un blocco sull'acceleratore e allora ho iniziato a guidare. A mia madre non piace, ma devo riconoscere che è quella che mi sostiene di più.


 Patricia con suo fratello

Y.- Chi è il tuo idolo?
P.O.- Il classico sarebbe dire Alonso, no? (ride). Non so, ammiro molti piloti... In realtà ne conosci così tanti che sono in categorie di monoposto o che ci sono stati (Javi Tarancon, Javi Villa, Germán Sánchez...) e da tutti loro impari qualcosa.

 Y.- Come concili gli studi con le competizioni?
P.O.- Quest'anno quasi non avevamo budget per correre, quindi mi allenavo poco, quasi niente, ed era facile conciliare: da lunedì a venerdì studiavo e nei weekend mi allenavo. Quest'anno non credo che gareggerò perché non ci sono soldi e non troviamo sponsor, quindi continueremo ad allenarci quando possibile, sarà più facile...

Y.- Ti piacerebbe studiare all'università in futuro? A cosa ti dedicheresti se non continuassi a correre?
P.O.- Sto facendo il primo anno di liceo e quando finirò il secondo voglio andare a studiare a Monlau-competizione. In futuro? Se non potrò correre, mi piacerebbe restare nel mondo dell'automobilismo, quindi proverò a dedicarmi alla meccanica.


 Patricia con i suoi genitori e il fratello

 Y.- Come vedi il mondo dei motori per le donne?
P.O.- Sinceramente, in pista siamo tutti uguali. Credo che il mondo dei motori sia difficile per tutti, anche se forse la cosa più complicata per noi è che non abbiamo la stessa forza e resistenza fisica degli uomini, ma lavorando sodo si ottiene tutto.

Mi ricordo che un giorno, mentre ci allenavamo, io e un'altra ragazza stavamo passando dal paddock e un ragazzo ha detto a un altro: "guarda, se erano due ragazze!".

 Y.- Come ti piacerebbe vederti tra dieci anni?
P.O.- A lavorare come meccanica e a correre in qualche coppa automobilistica.